Malerba castagne
Immersa in una vasta area boschiva di castagni, Montella è famosa in Italia e all’estero proprio per la produzione e la trasformazione delle castagne. L’albero fu importato in tempi remoti, presumibilmente nel VI-V secolo a.C. dall’Asia Minore, la difesa della coltura e la sua diffusione fu tutelata da una legge longobarda già nel 571 e risalgono al 1700 testimonianze sull’attività castagnicola Irpina, che nei secoli è divenuta vera fonte e forza economica di Montella. La castanicoltura ha sviluppato intorno a se una rete specializzata per la produzione e la trasformazione del frutto, salvaguardando la tradizione ma innovandosi tecnologicamente per un prodotto di qualità, quale è la castagna di Montella.
Una delle aziende più antiche che producono e trasformano la castagna è quella della famiglia Manerba, nata nel 1862 e che ha coinvolto in questa passione castanicola ben cinque generazioni. L’alta qualità del loro prodotto è il risultato dello stretto legame esistente nell’intera filiera, dalla cura ai castagneti di agricoltura biologica, alla raccolta e alla selezione delle castagne svolta rigorosamente a mano, fino alla trasformazione, al confezionamento e alla commercializzazione dei prodotti, nel rispetto del disciplinare “Castagne di Montella I.G.P.”
Dal 2002 la produzione sul territorio di Montella è stata gravemente compromessa dalla diffusione di un parassita originario della Cina, un insetto chiamato vespa del castagno, considerato l’insetto più nocivo a livello mondiale, colpisce la pianta velocemente, prima arrestando la crescita vegetativa, poi riducendo la fruttificazione ed infine portandola al deperimento. Negli ultimi quattro anni la situazione è degenerata, Massimo Malerba mi racconta che la produzione delle castagne nel 2013 ha avuto un calo spaventoso pari al 90%, con un danno economico sull’intera Montella e la conseguente scelta di produzione indirizzata al trasformato per il 90% delle castagne raccolte e solo il 10% al prodotto fresco.
Nonostante tutto questo Natale sulle nostre tavole ci saranno ancora le Castagne del Prete, sperando bene per il prossimo anno.
Angela Merolla
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