La storia del Menù
Il menù è quel cartoncino da consultare a tavola, da leggere ma nel contempo anche bello da vedersi, da sempre ha attratto l’interesse di pittori, illustratori, incisori, nel renderlo sempre più piacevole ed attraente sia nella grafica che proprio nell’estetica.
Il menù è legato ad un vero e proprio cambiamento epocale, infatti l’abituale servizio “alla francese” dove le pietanze erano servite tutte insieme, sistemate contemporaneamente a tavola a disposizione dei commensali che potevano servirsi liberamente da sé o con l’aiuto dei domestici, è stato sostituito a metà ottocento con il servizio “alla russa”, dove i piatti scelti dal menù vengono portati al tavolo direttamente dai camerieri.
Quindi il menù nasce in Russia e lo si deve al principe Boris ambasciatore a Parigi che introduce questo nuovo modo di servire o di stare a tavola, rendendo il tutto più sobrio, rispetto all’allestimento della tavola alla “alla francese” che era molto scenografico: vassoi, campane, zoccoli con ricchissime decorazioni, grandi trionfi portati all’eccesso; vi era addirittura una categoria di decoratori chiamata sableurs che disegnavano sulla tavola tappeti artistici con sabbia colorata, polvere di marmo, vetri frantumati, polveri di zucchero, briciole di pane.
Con il menù nasce l’attesa, si perde la vista del cibo, ma su questo cartoncino scritto viene riportato l’intero banchetto e la possibilità di scegliere i piatti che si preferiscono leggendo e non guardando più le varie portate. La traduzione italiana è “minuta” usata nel nostro paese fino alla Unità d’Italia ene sono esempio i ricettari napoletani di Vincenzo Corrado ed Ippolito Cavalcanti. Oggi abituati al menù e al servizio a tavola, non ci rendiamo conto di quanto innovativo e sorprendente sia stato all’epoca.
Angela Merolla
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